Maria Amata Garito



Libro in Rete

II.3 Spazio Virtuale Pedagogico e Analisi della Comunicazione via Teleconferenza

 

di France Henri e Claude Ricciardi Rigault
 

1. L'Apprendimento in una Società Pedagogica

La formazione continua non era un problema vitale nelle società in cui le tecniche e il know-how si mantenevano pressoché immutati nel corso di tutta la vita. La capacità di apprendimento continuo degli individui non era soggetta a una forte sollecitazione e non rappresentava un fattore determinante dell'adattamento sociale ed economico. Ai giorni nostri, la forza degli individui risiede nella loro capacità di apprendere, cioè di dominare l'informazione, di assimilarla, di trasformarla in conoscenze e di utilizzarla in modo rapido ed efficacie. Tale capacità costituisce un fattore determinante di adattamento sociale e una misura di produttività economica.

L'apprendimento di cui si parla in questo contesto avviene il più delle volte senza una guida, al di fuori delle strutture didattiche o formative tradizionali. Ciascuno apprende a modo proprio, trasformando l'informazione disponibile in conoscenze. Ciascuno apprende dagli altri, cioè da quelli che alimentano le reti di informazione. Così tutti apprendono da tutti con l'ausilio dell'informazione che alimenta le reti. Questo processo, amplificato dalle tecnologie, trasforma la società dell'informazione in una società pedagogica.

Le strutture didattiche o formative - scuola, università, azienda - non possono ignorare i nuovi parametri sociali, economici e tecnologici posti dalla società pedagogica. Non possono rimanere indifferenti al processo di apprendimento che ne deriva. Tali strutture sono chiamate a trasformarsi; dovranno adottare strategie e pratiche che preparino gli individui a dare un contributo efficace alla società pedagogica. Formatori ed educatori hanno un ruolo importante da svolgere nella riorganizzazione delle strutture educative. Essi debbono lavorare allo sviluppo di un modello di apprendimento attivo, collaborativo ed autogestito e tentare di ottimizzarlo mediante uno utilizzo intelligente delle tecnologie.

In questa prospettiva, al Laboratorio di informatica cognitiva e ambienti di formazione (LICEF) della Télé-Université, portiamo avanti una ricerca sull'apprendimento collaborativo all'interno di spazi virtuali dinamici, dove le potenzialità pedagogiche delle tecnologie informatiche fungono da supporto all'apprendimento.

Per presentare la nostra ricerca, innanzitutto definiremo cosa intendiamo per spazio virtuale pedagogico, quindi descriveremo la composizione di questo spazio. Successivamente presenteremo il sistema ACTIA, uno strumento tecnologico concepito per supportare il processo di apprendimento collaborativo nelle teleconferenze.
 

2. Definizione e Composizione dello Spazio Virtuale Pedagogico

Per spazio virtuale pedagogico intendiamo un'entità strutturata da un ambiente tecnologico all'interno del quale si possono creare diversi luoghi di apprendimento. In questo spazio il potenziale delle tecnologie è finalizzato al supporto dell'apprendimento, l'ambiente tecnologico è in qualche modo il principale elemento architettonico e i luoghi inquadrano la realizzazione di attività di apprendimento.
 

2.1 L'Ambiente Tecnologico: un'Integrazione di Tecnologie

L'ambiente tecnologico che i ricercatori del LICEF hanno messo a punto integra tre tecnologie: i sistemi a base di conoscenze, i sistemi multimediali e la teleinformatica. In questo modo si vuole espressamente favorire un processo di apprendimento:

- non lineare, che sia rispettoso dei percorsi individuali;

- collaborativo, che valorizzi il sostegno tra pari;

- interattivo, che consenta la comunicazione tra gli studenti per collegare le loro conoscenze a valori umani e sociali.

In concreto, l'ambiente software è realizzato con un'interfaccia, chiamata HyperGuide, che dà accesso ad alcuni strumenti:

- di consultazione, per l'esplorazione, la raccolta e il trattamento dell'informazione;

- di navigazione libera, per permettere ad ogni discente di adottare un cammino in funzione del suo stile di apprendimento e delle sue necessità;

- di assistenza e consiglio, per accompagnare il discente lungo la sua strada;

- di produzione, per permettere allo studente di formalizzare il proprio apprendimento e presentarlo nei documenti originali;

- di comunicazione, per riunire mediante la teleconferenza il formatore e i discenti, per supportare il lavoro collaborativo e per favorire l'ancoraggio socio-cognitivo dell'apprendimento.
 

Ad eccezione dei casi di comunicazione per teleconferenza, l'utilizzo degli strumenti proposti avviene su base individuale e risulta da un dialogo uomo-macchina elaborato a partire da un contenuto di informazione precostruita.

La teleconferenza, da parte sua, mette in scena dei gruppi che discutono, si scambiano idee e lavorano su determinati temi. Insieme, i partecipanti imparano a partire da un contenuto da costruire che elaborano nel corso dei loro interventi.

 

2.2 I Luoghi di Scambio per l'Apprendimento Collaborativo

Nello spazio virtuale, la teleconferenza permette di creare luoghi per lo scambio tra gruppi a distanza. Essa permette ad alcuni partecipanti di comunicare, in modo multilaterale e su base sincrona e asincrona, messaggi che possono assumere diverse forme: testuale, sonora, visiva o multimediale. Si possono così riunire virtualmente gruppi di dimensione diversa per imparare svolgendo diverse attività: ad esempio, dibattere su un tema (tele-discussione), trasmettere informazione (tele-presentazione), risolvere problemi e realizzare progetti (tele-lavoro).

I luoghi di scambio devono essere flessibili per consentire la libera espressione di idee, opinioni e informazioni e la creazione di rapporti egualitari. La libertà di cui dispongono i partecipanti invita alla creatività, all'apporto di idee e di contenuti originali e alla condivisione di esperienze che favoriscono un apprendimento contestualizzato e significativo.

La teleconferenza, quindi, è un mezzo potente al servizio dell'apprendimento a distanza, in particolare in una prospettiva collaborativa. Tuttavia, in assenza di un inquadramento della comunicazione, si possono produrre messaggi di ogni genere che possono apparire frammentari, confusi o poco pertinenti. In breve tempo, i partecipanti sarebbero sommersi da una pletora di messaggi. L'informazione scivolerebbe su di loro senza poterla capitalizzare e diventerebbero presto incapaci di recuperarla e trattarla. Inoltre, i dibattiti rischierebbero di frammentarsi, diluirsi, ramificarsi fino a spegnersi in mancanza di un quadro portante e di obiettivi chiaramente formulati. Per questo motivo, per trarre realmente profitto dalla pratica delle teleconferenze, si impongono due principi.
 

1. Concepire le teleconferenze come luoghi a vocazione specifica. Questo principio si ricollega alla progettazione, o creazione, dello spazio virtuale. Si assicura così un certo ordine negli scambi proponendo un quadro comune e omnicomprensivo;

2. Affidare l'animazione delle teleconferenze ad un moderatore competente. Il ruolo del moderatore consiste nell'aiutare il gruppo a raggiungere lo scopo prefissato e aumentare la sua performance.

 

3. La Predisposizione di Luoghi di Scambio a Vocazione Specifica

L'analisi del contenuto di diverse teleconferenze ci ha permesso di riconoscere almeno quattro tipi di messaggi:

- di socializzazione ed espressione dell'affettività, che costituiscono fattori di coesione all'interno del gruppo;

- cognitivi e metacognitivi, che si rapportano alla realizzazione del compito assegnato al gruppo;

- organizzativi, che servono a trasmettere disposizioni e a prendere decisioni relative al compito e al raggiungimento dello scopo;

- tecnici, in relazione ai problemi posti dalla tecnologia che viene utilizzata.

Abbiamo notato che se questi tipi di messaggi non vengono canalizzati in teleconferenze distinte, gli scambi diventano rapidamente confusi, la comunicazione sembra meno efficace e il lavoro ne risente. Proponiamo di specializzare il luogo degli scambi in funzione del tipo di messaggio per garantire una certa omogeneità all'interno di una stessa teleconferenza e per ottimizzare l'efficacia degli scambi.
 

L'espressione di ogni tipo di messaggio deve essere diretta verso un luogo specifico. Ci si ritrova così nello spazio della videoconferenza per:

1. socializzare e consentire l'espressione dell'affettività,

2. offrire un “pronto soccorso” tecnico,

3. facilitare la gestione dell'insieme delle attività del gruppo,

4. esplorare argomenti di apprendimento e discuterne,

5. realizzare il compito collaborativo propriamente detto.
 

Per i partecipanti, la teleconferenza dedicata alla realizzazione di un compito rappresenta l'elemento centrale e il punto di maggiore interesse. Tuttavia, la previsione e la creazione di altri tipi di teleconferenza riveste un'importanza capitale. Non prevedere un luogo per gli scambi informali e la socializzazione, non lasciare spazio a questioni tecniche e trascurare i necessari confronti sulle modalità di funzionamento del gruppo può compromettere l'efficacia degli scambi. Omettere questi luoghi comporta il sovraccarico e l'ingombro del luogo riservato alla realizzazione del compito, suscita disinteresse, riduce la performance del gruppo e rischia di annullare l'effetto dell'apprendimento.
 

4. L'Animazione dei Luoghi

Come in tutte le situazioni con più persone presenti, le riunioni per teleconferenza traggono vantaggio dalla presenza di un presidente di assemblea, un animatore, un moderatore o di un'altra figura il cui ruolo è quello di aiutare il gruppo a raggiungere il suo scopo. Pertanto, in ogni luogo virtuale, è opportuno nominare un moderatore che garantisca l'inquadramento dei dibattiti.

Il ruolo del moderatore in una situazione di apprendimento collaborativo è di facilitare il dibattito. I suoi interventi mirano a stimolare la dinamica che si crea all'interno del gruppo, a garantire il corretto svolgimento del processo sociale e un sostegno cognitivo agli scambi in rapporto al contenuto di conoscenze oggetto di dibattito. Il moderatore deve analizzare il contributo di ogni discente, valutare la performance del gruppo, stabilire una diagnosi dei problemi. Ciò gli consente di elaborare una strategia di intervento coerente.
 

5. Il Sistema ACTIA

Il lavoro del moderatore poggia su un know-how specializzato che non si può improvvisare. Il sistema ACTIA è stato sviluppato per assisterlo nel suo compito. E' uno strumento conviviale che lo aiuta a:

- determinare quale tipo di teleconferenza è più adatto alle attività di apprendimento che il gruppo deve realizzare;

- orientare e pianificare i suoi interventi.

ACTIA è un sistema di analisi di teleconferenza, di aiuto alla diagnosi e di assistenza all'elaborazione di base delle conoscenze. Esso permette di trattare i dati delle analisi dei dibattiti che si svolgono per teleconferenza per fotografare ciò che avviene, in particolare in termini di dinamica degli scambi, di coerenza dei propositi, di pertinenza degli interventi e di prestazione dei partecipanti. Esso intende anche consentire il recupero e l'organizzazione dei contenuti delle conoscenze veicolate.

ACTIA tratta la teleconferenza come un testo, anche se essa non può essere semplicemente ridotta a un testo. Come testo, la teleconferenza contiene dei messaggi che hanno una certa forma e un certo contenuto. Il contenuto di una determinata teleconferenza può essere esaminato da diverse angolazioni:

- colui che parla (l'autore di un messaggio),

- ciò che viene detto in merito ad un determinato argomento (il contenuto di conoscenze),

- come ciò viene detto (gli scambi),

- quali sono le strategie utilizzate per dirlo.

Per rappresentare la prestazione dei partecipanti, il sistema ACTIA consente di generare dei risultati da una varietà di punti di vista riguardanti essenzialmente l'interattività e la coerenza degli interventi. In seguito alla codificazione del contenuto dei messaggi a partire da schermi semplici (vedere esempio figura 4 sul testo), si potranno recuperare tra l'altro:

- dati quantitativi sugli interventi appartenenti a una data categoria;

- dati quantitativi sugli autori: numero di interventi per autore, tra diversi autori, in diversi momenti, sui diversi argomenti che affrontano, ecc.;

- le mappe degli scambi che rappresentano i legami tra i messaggi (vedere un esempio alla figura 5 sul testo);

- le mappe degli scambi che rappresentano i legami tra gli autori (vedere un esempio alla figura 6 sul testo);

- il profilo medio degli interventi del gruppo o di un partecipante e uno o più messaggi tipo ideali;

- il contributo di un partecipante alla base di conoscenze.
 

Con ACTIA, è possibile ricavare un archetipo di messaggio. Ciò aiuterà il moderatore ad individuare i punti di forza e i punti deboli del gruppo e dei partecipanti presi individualmente e a reperire rapidamente i casi estremi. Inoltre, le mappe di scambio che rappresentano i legami tra i messaggi e/o tra gli autori consentiranno di ottenere il ritratto globale dell'interazione. Le mappe rappresentano i messaggi che generano le interazioni e i loro autori, rivelano, in combinazione con l'accesso al testo, gli interessi tematici o le preoccupazioni dei partecipanti, consentono di vedere se si formano dei microgruppi all'interno della discussione.

 

Il moderatore dovrà essere allenato alla formulazione di richieste pertinenti, strettamente collegate alla strategia di sfruttamento dei risultati. Potrà procedere per tappe successive: innanzi tutto apprezzare lo svolgimento di una teleconferenza e la performance degli autori, quindi identificare gli aspetti problematici. Il moderatore dovrà prendere nota degli aspetti che emergono dai primi risultati e che intende approfondire, e procederà ad una ricerca più mirata per formulare una diagnosi precisa dei problemi. Così, il moderatore che ricorre ad ACTIA durante lo svolgimento della teleconferenza, troverà dei risultati che guideranno i suoi interventi nel gruppo o con un individuo isolato.

Nel confronti di ACTIA, il moderatore svolge anche il ruolo di cognitivista: è lui che sarà chiamato a codificare i contenuti delle conoscenze veicolate e ad integrarle in una base di conoscenze. Così, i partecipanti potranno manipolare più facilmente le informazioni scambiate e riutilizzare i contenuti di conoscenze a loro piacimento. Il recupero e l'organizzazione dei contenuti delle conoscenze veicolate deve potersi organizzare su una base globale o su una base locale e individuale.

Attualmente, ACTIA prevede l'elaborazione di una base globale di conoscenze montata dal moderatore. Tutti i partecipanti vi hanno accesso e ciascuno la consulta formulando delle richieste. Il sistema reperisce una serie di messaggi che corrispondono più o meno alle caratteristiche di una richiesta. Il partecipante ottiene:

- una lista dei messaggi che trattano sia complessivamente sia parzialmente alcuni elementi della sua domanda e

- i testi dei messaggi, su richiesta.

In futuro, e una volta completato il sistema, saranno messi a punto dei modelli semplici di codificazione rivolti ai partecipanti, che potranno anche, da una teleconferenza all'altra, sviluppare una propria base personale che diventerà una riserva di conoscenze strettamente legata ai propri interessi e alle proprie preoccupazioni.
 

Conclusioni

ACTIA aiuta il moderatore di teleconferenze a canalizzare i dibattiti, studiare i concetti, elaborare sintesi, nel suo compito di supporto e di valutazione dei partecipanti. Avendo aggiornato le loro forze e debolezze, in termini di dinamica dell'interazione, di coerenza e di pertinenza degli interventi, il moderatore li aiuta a meglio gestire la loro partecipazione e a renderla più efficace. ACTIA è stato progettato come strumento di supporto alla diagnosi dei comportamenti: il nostro interesse è quello di portare il maggior numero di utenti a sviluppare tutte le capacità particolari che entrano in gioco in una teleconferenza. ACTIA è dunque uno strumento che può contribuire a formare migliori utilizzatori e a renderli capaci di sfruttare completamente le potenzialità di questo sistema di comunicazione imperniato sulla collaborazione. Per noi, formare migliori utilizzatori di teleconferenze vuol dire portarli a sviluppare le loro capacità di scambiare in maniera coerente e pertinente informazioni e conoscenze, di lavorare in gruppo o in squadra alla realizzazione di compiti comuni e, mediante questa collaborazione, di apprendere efficacemente e in maniera significativa. Crediamo che queste capacità rappresentino una parte importante delle competenze fondamentali richieste dalla società tecno-pedagogica. Inoltre, queste competenze stanno diventando i riferimenti dei nuovi rapporti che emergono da questa società, vale a dire la potenza della mente per rappresentarsi e comprendere gli spazi virtuali, l'autonomia per prendere iniziative produttive e la collaborazione per ottimizzare l'apprendimento e il potenziale umano.



 

 

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