[Intervento presentato in occasione della Infopoverty World Conference 2012, Who drives the Digital Revolution.]
"Le Nuove Tecnologie per l’Università a Distanza: Una Strategia per lo Sviluppo"; (Versione italiana)
:
M. A. Garito
Place/Date:
Palazzo di Vetro di New York, Nazioni Unite,, 3/22/2012
Il contesto
La convergenza di telecomunicazioni ed informatica, la realizzazione di reti telematiche e l’integrazione dei linguaggi, hanno determinato, con il superamento dei vincoli di tempo e di spazio, il processo di globalizzazione e lo sviluppo della società della conoscenza.
Ci troviamo di fronte ad una vera rivoluzione basata non soltanto sulla crescita dei saperi e sulle corrispondenti applicazioni, ma anche sui mutamenti nei modi di codificazione, di memorizzazione e di trasferimento dei saperi. Con Internet, teoricamente, tutte le persone possono diventare, non solo fruitori, ma anche distributori di conoscenze, sia individualmente che in gruppo. Il progresso tecnologico ci consente di dialogare con lo schermo, di trasmettergli i nostri bisogni, i nostri desideri. Su Internet, milioni di persone colloquiano telematicamente in modo multiculturale, trasmettono bisogni, desideri, ma anche prodotti legati alla loro creatività, acquistano prodotti, ricevono informazioni, frequentano corsi di formazione, socializzano con gruppi di culture diverse. Nascono nuove forme di espressione dei sentimenti, di amore e di amicizia.
Internet unisce in maniera interattiva, sincronica e diacronica, utenti dei vari paesi del mondo ed induce grandi cambiamenti in termini di dematerializzazione nel mondo della produzione e della conoscenza: dematerializzazione creata dal passaggio da un universo di esperienze pratiche ad un universo di astrazioni simboliche. Per la prima volta nella storia del mondo, in modo concreto, senza far volare le ali della fantasia, la mente e il corpo si liberano dalle limitazioni della compresenza nello spazio e nel tempo. Viviamo in un mondo globalizzato interconnesso, che condiziona il nostro modo di essere, ma anche la sfera politica ed economica, i nostri equilibri, le nostre sicurezze, che non sono più solo legate ad un paese, ad una nazione. Abbiamo assistito in questi ultimi anni alle prime rivoluzioni nel mondo che hanno avuto come strumenti principali di diffusione Internet, la televisione, i telefonini. I social network come Facebook e Twitter, i canali televisivi via satellite come Al-Jazeera, i nuovi media che permettono condivisione e produzione di contenuti, sono le piazze della libertà dove i giovani dei paesi del Mondo Arabo, hanno espresso il loro dissenso. La forza di questi strumenti era inaspettata ed ha permesso loro in poco tempo di coinvolgere milioni di persone che insieme hanno fatto saltare sistemi politici che, fino a quel momento, non avevano mai dimostrato fragilità. Sono le nuove piazze di una società globalizzata, questo è un fenomeno che nasce per la prima volta nel mondo.
La società oggi si muove su due strade parallele: quella dei vecchi modelli politici che continuano a sviluppare leggi nazionali e quella dell’uomo interconnesso che interagisce spesso da solo con le altre realtà del mondo senza strumenti adeguati per farlo con grande consapevolezza. Io credo che sia oggi necessario che i poteri pubblici capiscano l’importanza di investire sulla creazione di contenuti da mettere su Internet, lo sviluppo dell’hardware è stato molto sostenuto ed oggi possiamo disporre di tecnologie che facilmente permettono di connetterci con tutto il mondo e da tutto il mondo: PC, telefonini, smartphone e tablet come iPad. Non si può dire che venga ugualmente finanziata la realizzazione di contenuti a fine formativo ed educativo da inserire su Internet per dare agli uomini gli strumenti culturali per muoversi in un mondo senza più confini, per creare un nuovo sistema di valori condivisi per i quali il rispetto delle differenze è alla base di ogni forma di interazione umana.
Questa realtà sociale pone diversi interrogativi sulle scelte politiche e culturali da compiere ai governi agli operatori economici, ai sistemi educativi e formativi e ad ogni singolo utente.